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Il settore immobiliare continua a essere un pilastro dell'economia ticinese, con un dinamismo che non accenna a diminuire. Proprio per approfondire le sfide e le prospettive di questo comparto, Ticino Welcome ha organizzato la prima tavola rotonda dell'anno, proseguendo la nuova serie inaugurata lo scorso novembre con l'incontro dedicato al sistema scolastico. L'evento ha riscosso grande interesse, attirando oltre 120 partecipanti nello spazio Metamorphosis.
Dagli anni Cinquanta, il mattone in Ticino ha rappresentato un investimento di grande attrattiva, coinvolgendo progettisti, finanziatori, costruttori, venditori, acquirenti e locatari. Nel corso degli anni, il settore ha vissuto momenti di espansione e crisi, ma ha sempre saputo adattarsi e rinnovarsi. Il dibattito promosso durante la tavola rotonda ha messo in luce le trasformazioni in atto e le prospettive future, evidenziando la necessità di un quadro normativo aggiornato e di strategie innovative.
L'incontro si è aperto con l'analisi di Martino Colombo, Direttore della Divisione della mobilità e dello sviluppo territoriale del Cantone Ticino, che ha evidenziato il ruolo chiave dell'ente pubblico nel settore edilizio. Con circa la metà dei tre miliardi di franchi investiti in costruzioni nel 2024 provenienti dall'edilizia pubblica, la regolamentazione e la pianificazione strategica si confermano essenziali per garantire uno sviluppo sostenibile.
Alberto Donada, Responsabile della Divisione Crediti di BPS Suisse, ha poi posto l'accento sulla correlazione tra la vitalità del mercato immobiliare e le evoluzioni della piazza finanziaria ticinese. Pur riconoscendo la solidità del settore, ha sottolineato le disparità emergenti tra aree urbane e periferiche e l'impatto delle oscillazioni dei tassi ipotecari.
Mino Caggiula, in collegamento da New York, ha spostato l'attenzione sulla qualità dell'edilizia, evidenziando l'importanza di costruire con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita e non solo di massimizzare il rendimento economico. Secondo l’architetto, il futuro del settore dipenderà dalla capacità di adottare nuove tecnologie e di superare un atteggiamento conservatore spesso ostacolato da lungaggini burocratiche.
Stefano Artioli, imprenditore e fondatore del gruppo Artisa, ha espresso la sua preoccupazione per la complessità delle pratiche amministrative e per la frequenza dei ricorsi che rallentano i progetti edilizi. Ha anche evidenziato l’invecchiamento del patrimonio immobiliare ticinese, fattore che incide sul tasso di sfitto più alto rispetto alla media nazionale.
Sabina Gatto, CEO di SIT Group, e Philipp Peter, titolare di Wetag Consulting, hanno posto l’accento sulla crescente domanda di immobili di alta gamma. La sfida principale, secondo loro, è riuscire ad attrarre una clientela facoltosa, capace di portare benefici economici alla regione.
Il dibattito ha messo in evidenza un punto condiviso da tutti: il mercato immobiliare ticinese ha ancora un enorme potenziale di crescita, a patto che sappia rinnovarsi. Le regole devono evolversi, così come gli immobili stessi, per rispondere alle esigenze di un contesto economico e sociale in trasformazione. La tavola rotonda si è conclusa con un vivace scambio di opinioni tra relatori e pubblico, confermando l’importanza di affrontare il futuro con visione e pragmatismo.