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Streetart by Pamela Pintus

Quando ho conosciuto Patrizia Cattaneo, fondatrice della galleria d’arte Artrust, mi ha immediatamente contagiato con la sua passione per l’arte e in particolare per l’arte di strada. Da subito ho avuto con lei un buon feeling e questo è uno dei motivi per cui ho deciso di intervistarla, per conoscerla meglio, per scoprire il suo mondo e le sue passioni.

Intervista a Patrizia Cattaneo, fondatrice della galleria d’arte Artrust

Patrizia Cattaneo

COME HA AVUTO INIZIO LA SUA PASSIONE PER L’ARTE?
Non c’è stata una situazione o un momento particolare, penso sia qualcosa di innato, che mi accompagna da quando sono bambina. Ho studiato arte e ho avuto la fortuna di poter fare dell’arte la mia professione.

C’È QUALCUNO, PENSO AD UNA PERSONA CARA O UN ARTISTA IN PARTICOLARE CHE TI HA FATTO ULTERIORMENTE AVVICINARE ALL’ARTE?
In un certo senso sì. Ricordo un episodio accaduto alle superiori. Frequentavo il liceo scientifico e quell’anno, per la prima volta, erano state inserite le lezioni di Storia dell’Arte. Il docente fece vedere a tutti la famosa opera di Magritte La Trahison des images (quella per intenderci con la didascalia “Ceci n'est pas une pipe”) chiedendoci un’interpretazione. Ne uscirono riflessioni fantasiose e fui l’unica a sottolineare che l’autore voleva comunicarci che quella non era una pipa, ma solo la sua immagine. Questo episodio mi diede la consapevolezza che l’arte potesse essere la mia strada, perché avevo capito che riuscivo a comprendere quello che vedevo.

Inoltre, se devo pensare a due persone che sono state significative per me, voglio ricordare due critici d’arte, Bruno Corà e Pietro Bellasi, che mi sono stati molto vicini, soprattutto agli inizi della mia attività. Tra gli artisti, invece, c’è sicuramente Daniel Spoerri, che ho personalmente conosciuto e che mi ha permesso di attingere alla sua grande e lunga esperienza, svelandomi anche i retroscena di un mondo che è molto più complesso di quello che possiamo vedere.

Serena Maisto - Triennale-Maroggia

E COSA TI HA PORTATA ALLA STREET ART?
Nella mia attività di gallerista avevo già avuto modo di trattare opere di Keith Haring, Basquiat, Banksy, artisti di cui mi ha sempre affascinato il modo di comunicare alternativo e diverso rispetto ai canoni classici. Anche in questo caso tuttavia, ripensandoci, questo processo di avvicinamento alla Street Art è stato abbastanza naturale. Nella mia tesi di laurea avevo già approfondito il tema della relazione tra paesaggio e opera d’arte, per cui inconsapevolmente la mia sensibilità mi aveva portato a indirizzarmi verso quelle tipologie artistiche che entravano in relazione con l’ambiente circostante, che è una delle peculiarità della Street Art. La mia prima mostra sulla Street Art “Da Basquiat a Banksy: i re della strada”, del 2017, mi ha permesso di entrare in contatto con alcuni artisti e di allacciare numerose relazioni nell’ambiente dell’arte urbana, e da lì tutto si è sviluppato molto rapidamente con altre mostre, partecipazioni a fiere del settore, fino alla curatela della Triennale di Maroggia 2021 “Tra strada e Street Art”.

Serena Maisto - Triennale-Maroggia

QUANDO HAI CAPITO CHE VOLEVI FONDARE UNA TUA GALLERIA?
Il mio sogno era lavorare in una casa d’asta, ed è un’esperienza che infatti ho fatto. Poi ho fondato Arvi qui a Melano, che già nella sua genesi univa due delle mie passioni: arte e vino. Ma poi l’arte mi ha “richiamata”: quella di aprire una galleria più che un’idea nata in un preciso momento, è stata quasi una necessità. Dovevo occuparmi di arte nella mia vita e fondare una galleria è stata la naturale conclusione.

NELLE TUE MOSTRE COLLABORI CON ARTISTI LOCALI E INTERNAZIONALI. IN BASE A QUALI CRITERI LI SELEZIONI?
Ci tengo molto a supportare gli artisti del nostro territorio e ho sempre cercato di creare relazioni e legami diretti con loro. Ovviamente collaboro anche con artisti internazionali: riceviamo ogni giorno tantissimi curriculum e portfolio, ma anche in questo caso la selezione nasce spesso da conoscenze incrociate, incontri, scambi. Per me è importante l’affinità con l’opera d’arte ma anche con l’artista in quanto persona. Per il resto la mia è una ricerca personale: mi lascio guidare dal mio gusto e dalla mia sensibilità, se un’opera mi parla e mi comunica qualcosa sono poi felice di condividere quello che è arrivato a me anche con il nostro pubblico.

Nevercrew Melano

IL TICINO È CONOSCIUTO COME TERRA DI ARTISTI, PENSI CHE IN FUTURO POSSA ATTRARRE UN NUOVO MOVIMENTO ARTISTICO?
Il Ticino, anche per la sua posizione, è stato in passato un crocevia di artisti dal nord e dal sud Europa, attirati dai suoi paesaggi e dalle sue bellezze naturali. Esiste senza dubbio un lascito importante di questa tradizione, anche se oggi non viviamo certo i fasti dei periodi del Monte Verità, soprattutto se guardiamo al versante Street Art che qui ancora fatica ad emergere. La maggior parte degli street artists che hanno partecipato alla Triennale di Maroggia non avevano mai lavorato in Svizzera. In questo senso mi piace pensare che quello che stiamo facendo, per esempio con la Triennale di Maroggia, ma non solo, possa dare il suo piccolo contributo per far diventare il Ticino un nuovo polo attrattivo anche per questa forma d’arte.

Nevercrew Lugano

COSA CONSIGLI A CHI VOLESSE INTERPRETARE UN PERCORSO SIMILE AL TUO?
Sono indispensabile tre cose: l’esperienza, la curiosità e il coraggio. Per quanto riguarda l’esperienza fatene il più possibile: musei, case d’asta, gallerie… ancora meglio se all’estero e anche in ruoli diversi, una volta a contatto con il pubblico, l’altra con gli artisti, oppure dietro le quinte o nella parte editoriale. Insomma, dovete capire quale sia il ruolo più adatto a voi all’interno del mercato dell’arte. Dovete anche essere curiosi, visitare mostre, fiere, confrontandovi con le opere, anche quelle che a prima vista non vi piacciono. Solo con una visione d’insieme potrete essere efficaci nelle vostre scelte. Non da ultimo ci vuole anche coraggio, coraggio di mettersi in proprio. Inizialmente bisogna investire molto, non solo soldi, ma anche tempo, passione, impegno e gli errori saranno inevitabili, ma non commetterli e non avere il coraggio di provarci sarebbe l’errore maggiore.

Serena Maisto

Continuiamo il nostro viaggio tra l’arte ticinese incontrando due giovani artisti che ammiro particolarmente e che vivono in Ticino, sto parlando di Serena Maisto e i Nevercrew.

Serena Maisto, una giovane artista ticinese proiettata verso il futuro

La sua età non deve ingannare perché l’artista ticinese Serena Maisto ha già al suo attivo numerosi successi che, valicando i confini della Svizzera, l’hanno fatta conoscere ed apprezzare da un pubblico internazionale. Nata a Mendrisio nel 1982, Serena non può di certo essere considerata solamente una pittrice in quanto le sue opere spaziano in molti ambiti, con l’utilizzo di tecniche e materiali sempre diversi, così da trovare ogni volta una forma espressiva che la rappresenti pienamente. L’uso del colore per lei è un vero e proprio "must", ad ispirarla Jackson Pollock, perfetto rappresentante dell’espressionismo astratto, corrente alla quale anche Serena si è ispirata nei suoi primi anni. Tuttavia, non si è fermata lì e ha continuato a studiare nuovi progetti e nuovi materiali, approdando anche all’uso del ferro, per realizzare la sua prima scultura, e della fotografia, che lei reinterpreta unendo colori acrilici a scatti di famosi artisti. Molte delle sue opere si basano sulla scomposizione delle immagini, nascono così soggetti sempre diversi come nel caso della serigrafia Smile De-composition o delle serie Basquiat De-composition e Andy De-composition, realizzate su carta fotografica intrecciata. Fra i suoi progetti più recenti c’è un’esposizione presso la Triennale di Maroggia dall’ agosto 2021.

Nevercrew Cadenazzo

Nevercrew: la street art al servizio dell’ambiente

Sotto il nome di Nevercrew si celano in realtà due artisti svizzeri, Pablo Togni e Christian Rebecchi, insieme dal 1996. Non si può dire che le loro opere passino inosservate visto che la loro esperienza ventennale li ha portati a specializzarsi nella rivisitazione di grandi spazi esterni, utilizzati per trasmettere il loro messaggio. I temi trattati spaziano dalla politica alle ingiustizie sociali, dall’ecologia al rapporto uomo-natura e ciò implica non solo uno studio delle tecniche da usare, ma anche degli ambienti e degli spazi capaci di offrire un rapporto stretto tra ambiente e pubblico.

Maroggia

Fra i soggetti più trattati troviamo i cetacei che vengono decontestualizzati da Never Crew per dar vita a un messaggio trasversale che riguarda lo sfruttamento delle risorse, il rapporto scorretto fra uomo e natura e l’inquinamento.
Si tratta di una street art che invita gli spettatori a giocare, ma anche a riflettere; a tratti è ironica, ma pone sempre l’accento su argomenti di grande importanza sociale. Fra i progetti più rappresentativi ci sono la Macchina Traslatrice realizzata nel 2019 a Cadenazzo, il Cluster di Novara, il Segnalatore Automatico a Varese, Celsius a Lugano o la Black Machine a Torino. Queste sono solo una minima parte delle opere realizzate su facciate di fabbriche o edifici dai Nevercrew, i quali contano al loro attivo più di 80 progetti. La loro ultima esposizione è del 2021 alla GCA Gallery di Parigi.

Mi auguro che dopo aver letto il blog vi siate incuriositi ed andiate alla scoperta della street art in Ticino.

Pamela

Links consigliati
www.artrust.ch
www.cooperazione.ch
www.maroggia.art
nevercrew.com
www.serenamaisto.com